Thun – Open International

Thun – Open International

Due gare in sette giorni, domenica 6 settembre il campionato italiano a Torino, il weekend successivo a Thun, in Svizzera, per una Open International, in tempi migliori l’ultima in calendario del Euro Tour Contest e che solitamente decretava il vincitore europeo della serie.

Due gli italiani impegnati nella trasferta svizzera, Thomas Truffo e Gianmaria Battistella. Il primo sempre ai vertici delle classifiche, molto spesso parte della squadra Italia nelle gare mondiali od europee in varie categorie, amareggiato per un CI un po’ sotto tono. Il secondo da tempo alla ricerca del salto di qualità, per trovare conferma del suo potenziale ancora non espresso come invece dovrebbe essere.

Due approcci alla gara diversi, uno molto “professionale” grazie alla esperienza acquisita negli anni, l’altra molto più di cuore ed emotiva.

Quello che mi auguro che emerga, nella lettura del loro racconto, sia il piacere della trasferta fatta insieme come “una squadra”, l’approccio tecnico, la programmazione, la lucidità mentale da avere in campo, la collaborazione e l’armonia per conseguire il migliore risultato, avversari solo in gara.

Buona lettura,

Ciura

Thomas, secondo classificato.

 

Trasferta Svizzera,

 

Venerdi mattina partenza da Torino alle 8 con destinazione Thun per la prima ed unica gara internazionale del 2020. Reduci dal CI, il viaggio e’ passato veloce, tra una analisi e l’altra su vari aspetti sia tecnici che caratteriali per affrontare al meglio questa due giorni soli in terra straniera.

Arrivati dopo pranzo, abbiamo fatto un giro per la città aspettando che il campo fosse aperto. Una oretta di voli al calar del sole e una cena sul campo con i ragazzi svizzeri e tedeschi concludono la giornata.

Sabato ci siamo svegliati con un bel sole e aria fresca, che verso le 9.30 e’ diventata aria calda.

Prima parte della giornata abbastanza tranquilla, con condizioni buone ma non sempre facilmente leggibili. Il “divertimento” e’ iniziato dopo pranzo, si e’ alzata l’ aria e il campo ha cominciato a mostrare le sue insidie: sia io che Giammy siamo riusciti a tirarci fuori da qualche noia inaspettata (helperaggio fondamentale in queste situazione).

Purtroppo Giammy ha fatto un errore nel penultimo lancio del sabato, che ha condizionato un po’ anche il suo ultimo round.

Domenica, a prima vista uguale, ma nel primo contatto tutto diverso.

Vento zero, aria morbida e poche termiche ben definite. Spesso si percepiva di volare in aria buona ma non si riusciva ad andare via veramente ed il rischio era quello di uscire dall’aria buona e trovarsi in grosse difficoltà.

Il finale di gara e’ stato inaspettato, con un evento che definirei più unico che raro:

durante la rotazione in una task di velocita’ ho perso la presa dal peg, il modello ha fatto un paio di metri avanti a me, io avevo gia’ iniziato la rotazione e l ho finita senza modello in mano, finendo con un piede sulla tip destra del modello, il CRACK e’ stato evidente. Ero troppo lontano dal ready box per fare un cambio modello rapido, la perdita di secondi mi avrebbe fatto sicuramente perdere troppi punti.

Cosciente che la tip fosse rotta e consapevole del fatto che in caso di perdita di questa in volo avrei preso zero, ho deciso di lanciare piu’ forte possibile, con la speranza che la tip si strappasse prima del rilascio del modello evitando cosi che la direzione gara potesse darmi la penalità per perdita di parti in volo.

La tattica avventata ha funzionato, tip strappata, quota sufficiente per fare un volo da 1 minuto, cambio del modello fatto al volo e pochi secondi persi, prima posizione persa ma seconda mantenuta.

Dopo la premiazione un bel viaggio di ritorno, passato facendo analisi su quanto successo in questi due giorni.

Concludo dicendo che siamo riusciti a fare un bel risultato perche’ siamo arrivati li tranquilli, e organizzati.

Abbiamo deciso di fare gruppo con alcuni ragazzi svizzeri e tedeschi, il venerdi sera ci siamo organizzati tutti i turni di helperaggio, cosi da essere sempre tranquilli e mai in affano durante la gara.

Era diverso tempo che non tornavo a casa dopo una gara con il sorriso e la felicita’ per come ho volato.

Mi serviva volare in modo cosi consistente dopo una lunga pausa, e qualche gara sotto tono.

Giammy ha fatto un piccolo passo in avanti, prendendo coscienza di qualcosa che prima aveva forse solo visto ma mai vissuto.

Giammy Battistella, terzo in classifica durante il primo giorno, poi…

 

Fare gare mi piace !

Perché voglio vedere se riesco a fare una prestazione positiva, sentire l’emozione nel prendere una termica fiutata appena prima del lancio, o addirittura nel minuto restante il volo precedente. Purtroppo le gare non sono sempre così piene di quei momenti, subentra l’ansia da prestazione, la paura di sbagliare, a volte una sorta di panico.

 Mi sono allenato abbastanza durante il mese di agosto, per arrivare pronto al CI, ci tenevo a fare bene. Ero stanco durante l’ultimo allenamento e ho rotto anche un peg. Ebbene sì troppo allenamento fa male ! E così mi sono riposato una settimana, ho sistemato il peg in due mezze orette, e poi stop.

 Comincia il CI, io come al solito non sono sul pezzo e sottovaluto il compito di recuperare l’helper per le task, sistemo male la postazione e faccio dei bei casini durante il CI, che finisce, e non mi dà modo di dare il meglio di me.

La settimana dopo c’è la Svizzera, la voglia di andare c’è ma non al 100%, la delusione del CI mi toglie un po’ di entusiasmo. Poi siamo solo io e Thomas. E’ l’helper che io temo di più perché lo non riesco a gestire, è più forte di me, mi da un sacco di direttive: come farò a rimanere concentrato e soprattutto calmo?

 

Ci organizziamo per la Svizzera e via, venerdì partiamo. Durante il viaggio parliamo di cosa deve fare un helper,  su cosa deve fare il pilota durante una gara ed io ho le mie solite perplessità ma ci provo.

 Arriviamo a destinazione, la mamma di Cederic (Duss, primo avversario per la vittoria) ci fa fare un bel giro per Thun dove camminiamo e vediamo alcuni scorci molto carini: castello, chiesa, lago, ecc. Andiamo al campo per le 18 circa e mi sistemo per la notte, non prima di aver mangiato un buon wusterone e bevuto una buona birra!.

E così arriva il sabato.

 Prima della gara Thomas mi da un elenco con le task ed evidenziati gli helperaggi del team Duss-Holen-Truffo. Si propone di helperarmi in tutte le task tranne quelle in cui voliamo insieme, e mi chiede una mano per le task in cui non sono disponibili Cedric o Holen. E già qui capisco l’utilità dell’organizzazione messa in atto, della quale non mi sono mai occupato durante le gare fatte negli anni, ci vuole così poco ma da già una prima tranquillità.

 

 Parte la gara, inizio un po’ con la tensione, ma dopo due task comincio a sentirmi a mio agio. Passano 6 task (accumulo dei mille e un poco meno di 999), arriva la settima: due voli da 5 minuti. Parto ma non azzecco l’aria buona e mi infilo sottovento, Thomas comincia a dare direttive, mi porta oramai ad esplorare ulteriormente il sottovento, sentiamo un sobbalzo, è lí ! Qualcosa c’è ma io avrò circa una ventina di metri di quota e sono oramai a quasi un centinaio di metri dal campo e avrò fatto si e no un minuto e mezzo di volo, piloto il meglio che posso in quel momento. Thomas mi dà buoni consigli ed incoraggiamenti, piano piano lavoriamo questa termichina che si sposta verso le piante. I minuti sembrano non passare.. a spizzichi e bocconi ci mangiamo la termichina che parte più definita sopra gli alberi, ad un minuto prima dello scadere del tempo facciamo il traverso sfruttando la dinamica delle piante e viriamo direzione campo non appena il tratto di rientro diminuisce . Chiudo il secondo volo un po’ in panne grazie all’aiuto di Thomas.

 

Finito il round sbircio la classifica e sono terzo a pochissimo dai primi due.

 

 La task dopo (round 8) all up. Faccio una lettura, non sto con il gruppo e mi butto troppo frettolosamente sottovento chiudendo il volo a 1.30 circa, se la memoria non mi inganna. Mi innervosisco, ciò nonostante chiudo bene i due voli da tre. Sfiga vuole che tocca ancora a me, 5×2, stesse condizioni un po’ critiche, faccio la stessa lettura del primo volo della allup , mi infilo sempre sottovento, faccio un fuoricampo, perdo le staffe e non capisco più niente. Chiudo la task con un 850 circa.. ma bastava atterrare dentro, porca boia, perché rischiare nella 5×2 per voler fare a tutti costi il mille?

 Non c’ero con la testa, niente da fare.

 Finisce il primo gg è sono sesto. Ho cercato di spegnere il cervello, grazie anche a Thomas che mi porta subito a bere una birra.

 

 Comincia il secondo giorno, round 10, best 3 x 3.20.

 Benino, modello light, la mattina mi da una mano.

 

Rnd 11,  3 voli da 3 fatti.

 

 Rnd12, ultimo volo 5 min, faccio i 3.00 circa, non centro bene la termica e rischio un fuori campo, rientro giocandomi un jolly .

 Oramai la lucidità è andata a farsi benedire.

 

 Rnd13, last 2 da 4 minuti.

Non esploro bene i primi due minuti, rilancio e Thomas mi chiama un sottovento dritto e sparato, lancio senza guardare.. cazzata… Dopo 15 secondi inizio a scendere e dubitare, continua a dirmi di andare, vedo due alti a un centinaio di metri sottovento, con i miei zig zag arrivo la’ basso ma non sento nulla, torno indietro e faccio un fuori campo di una 40ina di metri. Thomas si precipita a riprendere il modello, rilascio e chiudo il secondo volo a fatica.

 

 Ultima task 1234, lucidità persa…

 Lancio prima del segnale, Thomas subito mi ordina di atterrare !(io non ci avevo pensato) Quel lancio è nullo . Rilancio e chiudo la task limitando il danno.

 Scusate se mi sono stradilungato… La morale è una sola: FARE GARE È DIFFICILE, bisogna prepararsi non solo con i modelli, setup più prudenti, ma anche con organizzazione, ed equilibrio mentale!

 Grazie Thomas per i consigli e le helperate, direi che dalla Svizzera mi porto a casa una bella lezione!